Quando i genitori consultano uno psicologo?

I bambini possono trovarsi in situazioni che non comprendono (separazione dei genitori, allontanamento di alcune figure significative, malattie, lutti…) o attraversare dei periodi di cambiamento che non sanno come affrontare (cambio di scuola o passaggio ad un altro grado scolastico, cambio di amicizie, nascita di un fratellino). In taluni casi essi manifestano le loro preoccupazioni ed il loro disagio con modalità che non sempre gli adulti riescono a capire o ad attribuire ad una causa specifica. Possono reagire con regressioni rispetto alle tappe evolutive raggiunte (ricominciare a bagnare il letto, non riuscire ad addormentarsi da soli, piangere quando la mattina vengono lasciati di fronte a scuola, non voler più mangiare alcuni cibi…), con comportamenti “negativi” (aggressività verbale o fisica verso i coetanei i genitori o gli insegnanti …) o lamentale somatiche (mal di testa, mal di pancia…). In questi casi i genitori si preoccupano per il malessere espresso dal loro bambino, provano molte strategie al fine di trovare quella più efficace per relazionarsi con il figlio in maniera proficua e capire quello che gli sta succedendo, chiedono consiglio agli insegnanti, a conoscenti ed amici, ai loro familiari. Solitamente i comportamenti problematici si attenuano grazie agli sforzi dei genitori e si circoscrivono a momenti isolati durante il percorso di crescita del bambino. Ma talvolta, nonostante l’ impegno dei genitori, il disagio manifestato dal bambino persiste. Il genitore comincia a sentirsi impotente, frustrato rispetto al non sapere come aiutare il proprio figlio, a provare emozioni di rabbia, ansia e paura che contribuiscono a rendere la situazione ancora più faticosa per il bambino, i genitori stessi e l’ intera famiglia. Quando il genitore comincia a sentire che la situazione sta diventando davvero difficile da gestire e si rende conto che tutte le strategie messe in atto non hanno portato ai risultati sperati, può rivolgersi ad uno psicologo con esperienza nel campo dell’ infanzia e dell’ adolescenza, che lo aiuterà a fronteggiare le difficoltà e a supportare il proprio figlio nella maniera più opportuna.
È importante non dimenticare mai che rivolgersi ad uno psicologo NON significa:

▪︎Non essere dei bravi genitori
▪︎“Gettare la spugna”, rinunciando ad aiutare il proprio figlio;
▪︎“Lavarsene le mani”, delegando ad altri il proprio ruolo;
▪︎Etichettare il proprio figlio come malato;
ma anzi è un’ azione responsabile, spinta dalla convinzione di voler aiutare il proprio figlio nel migliore dei modi, è indice di un forte impegno, che il genitore si assume, per fornire al bambino tutti gli strumenti, che gli permettano di affrontare il percorso di crescita e la vita futura nel modo più sereno possibile.